Ah, sei andata a vedere il documentario su Patrizia Cavalli? Non sapevo che era al cinema…
Dire che “è al cinema” sembra quasi un’iperbole visto che a Roma – città adottiva della poeta – solo un cinema (n.d.r. Greenwich) sta proiettando il documentario “Le mie poesie non cambieranno il mondo” di Francesco Piccolo e Annalena Benini. Cercando sui motori di ricerca, spero quasi mi sia rotto Google, perché la situazione non è molto diversa a Milano, Torino o Palermo.
E dopo aver visto questo documentario devo ammettere che trovo imbarazzante che questo preziosissimo lascito sia per la nicchia e non per la massa. Non serve essere appassionati o cultori della poesia per apprezzare una figura culturale poliedrica come quella di Patrizia Cavalli. Ma lo afferma lei stessa, del resto, con la sua solita lucidità – “Non è che ho scritto poco, è che nessuno sta lì ad aspettare la tua prossima poesia” – affermando una cosa vera: la poesia non viene attesa come un thriller. Eppure siamo qui, a un anno dalla sua scomparsa, a ricordare una delle maggiori poetesse contemporanee italiane, quella che ha intitolato la sua prima silloge poetica con un manifesto di profonda umiltà: “Le mie poesie non cambieranno il mondo”. E fu proprio questa silloge a garantirle un posto nell’antologia di Biancamaria Frabotta, “Donne in poesia”, quando era solo un’esordiente.
È nello scrivere la mia intenzione, non nel comunicare
Patrizia Cavalli
Questa umiltà accompagna tutto il documentario, che è emozionante e divertente grazie alla bravura di Francesco Piccolo e Annalena Benini, ma grazie anche alla sua protagonista: Patrizia Cavalli si racconta con quel suo modo unico e semplice, declinando più vizi che virtù. La sua gelosia, la sua passione per il gioco, le sue sofferenze amorose sono spesso state la musa ispiratrice della sua poesia, che “sorge” dal corpo come un’onda che arriva alla bocca.
Non manca l’intervista alla compagna Diane Kelder e i ricordi sull’amica Elsa Morante, colei che per prima spinse Cavalli a svelarsi come poeta. Le interviste si alternano anche con spezzoni di letture di poesie e duetti canori insieme a Mika o Diana Tejera sulle celebri note delle sue poesie in musica come “Al cuore fa bene far le scale…”.
Che altro dire, trovate quel cinema nella vostra città che proietta il documentario. Ne vale la pena.
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