Horror e poesia: messa giù così suona quasi antitetica. Tutto mi aspettavo quando sono entrata al cinema a vedere “A quiet place – Giorno 1” – prequel dei due precedenti capitoli di “A quiet place” – tranne che di scoprire che la protagonista di questo terzo film fosse una poetessa.
Per chi non lo sapesse, la storia dei film “A quiet place” (firmati John Krasinski) racconta un mondo in cui gli alieni sono mostri feroci che attaccano qualsiasi cosa produca rumore. In questo prequel lo spettatore è catapultato nel primo giorno di apocalisse. La protagonista, interpretata dal premio Oscar Lupita Nyong’o (12 anni schiavo), è una donna malata di cancro alla fine dei suoi giorni.
Sin dalle prime scene Sam si presenta con un quadernino legato al collo a leggere le sue poesie controvoglia in una casa di cura, dove sta passando i suoi ultimi giorni.
This place is a shit
Traduzione
Dopo questa lettura l’infermiere di turno decide di portare i pazienti in città per uno spettacolo: durante queste ore d’aria New York viene attaccata e Sam si ritrova a dover fare i conti con una vita che ormai stava definitivamente salutando.
Scopriamo che è una poetessa edita quando incontra Eric (Joseph Quinn) e gli fa leggere una sua poesia sullo scorrere dei giorni quando si è malati.
Maths
Traduzione
La scelta di rendere protagonista di un’apocalisse una persona che sta già morendo rende “A quiet place – Giorno 1” un film che prova a superare l’horror tradizionale fatto di suspense per introdurre anche qualche nota fortemente emotiva da una prospettiva provocatoria.
Che impatto ha il rischio di morire ogni giorno per una persona malata terminale?
Sam non vuole raggiunger le barche per scappare da New York, bensì vuole mangiare una pizza e ricordare suo padre nel bar in cui suonava il piano. La storia di Sam tra poesia e sangue è quella di una donna che si ricorda come si vive anche se sa di dover morire, passando dalla depressione alla consapevolezza.
Ho molto apprezzato la presenza della poesia nel film, specialmente perché il più delle volte si pensa erroneamente che i film dell’orrore siano privi di emozioni profonde e si leghino primariamente all’effetto destabilizzante della paura.
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