“Sono Teresa Wilms Montt
e anche se sono nata cento anni prima di te,
la mia vita non è stata tanto diversa dalla tua.
Anche io ho avuto il privilegio d’essere donna.”
Autodefinizione – Teresa Wilms Montt
Le origini
María Teresa de las Mercedes Wilms Montt nacque a Viña del Mar in Cile nel 1893. Di famiglia aristocratica, scrittrice e poetessa, femminista, fin da bambina mostrò un carattere piuttosto ribelle, una grande predilezione per la lettura, per lo studio del pianoforte e per la sua solitudine. A soli diciassette anni, contro il volere della sua famiglia, sposò Gustavo Balmaceda. La coppia si trasferì a Santiago del Cile, dove Teresa venne in contatto con la comunità intellettuale della capitale cilena. Ben presto tra i due giovani sposi insorsero i primi problemi coniugali e proprio in quegli anni nacquero anche le loro due figlie. Tra il 1912 e il 1915 si trasferirono a Iquique, dove strinse amicizia con gli intellettuali del posto, tra cui il poeta Victor Domingo Silva e la dottoressa Belén Zárraga, attivista impegnata nella lotta all’emancipazione femminile.
La reclusione
L’avvicinamento di Teresa Wilms Montt a questo ambiente anarchico e sindacalista incrinò definitivamente i rapporti con il marito, il quale, già geloso della moglie, cercava anche di ostacolarne la passione per la scrittura, opponendosi aspramente alle sue idee rivoluzionarie. Nel 1915 il marito scoprì il tradimento della moglie, e la fece rinchiudere, con l’accusa di adulterio, in un convento di Santiago, obbligandola dunque a separarsi dalle sue figlie. A questo periodo di reclusione risale il suo primo tentativo di suicidio.
Le inquietudini sentimentali
Nel 1916 Teresa Wilms Montt, grazie all’aiuto di un suo amico, riuscì a fuggire dalla prigionia cilena e si trasferì a Buenos Aires, dove riconquistò la sua indipendenza. Qui pubblicò i suoi primi libri, Inquietudes Sentimentales e Los tres cantos. Non molto più tardi, la poetessa affrontò un nuovo periodo di disgrazia, a causa della morte del suo amante, da lei soprannominato Anuarí, morto suicida davanti ai suoi occhi perché convinto che il suo amore per lei non fosse corrisposto. Tormentata da questo avvenimento, decise di abbandonare l’Argentina e di trasferirsi a Madrid, dove pubblicò il suo terzo libro En la quietud del mármol, in cui affrontò i temi dell’amore e della morte del suo amante. Nello stesso anno pubblicò anche Anuarí. Nel 1920 si trasferì a Parigi, dove ebbe l’opportunità di ricongiungersi alle sue figlie, dopo cinque anni di separazione forzata, le quali erano arrivate nella capitale francese assieme al nonno paterno, impegnato in una missione diplomatica. Quando le figlie abbandonarono la Francia, Teresa Wilms Montt sprofondò in una fortissima depressione, che la spinse a smettere di scrivere e a fare uso di svariate droghe. Morì suicida la notte di Natale del 1921.
Teresa Wilms Montt è stata una donna irrequieta, molto apprezzata grazie ai suoi viaggi intercontinentali in molti circoli di scrittori e artisti. La sua penna è stata incredibilmente intensa, e con i suoi versi è riuscita a toccare e a dar voce ai sentimenti più intimi dell’animo umano. Le tematiche da lei affrontate nella sua poesia sono legate alla morte, alla malinconia, alla solitudine, all’assenza, ma anche all’amore, all’erotismo, alla disperazione, all’esser donna in una società di uomini.
Inquietudes Sentimentales – VII (original versión)1
Dos senos de una blancura inquietante ; dos ojos lúbricamente embriagados y una mano audaz de sensualidad, se han atravesado en mi camino. Una voz indefinible, como el hipo de un sollozo histérico, me ha dicho : Soy el erotismo ; ¡ Vén Y yo iba; iba siguiendo a esa bacante estrambótica, como sigue la hoja de acero al imán. Iba empujada por el misterio. . . Mis labios\e helaban, y tenía en la garganta una opresión de hierro- , ” : Iba la mirada húmeda, los ojos claros como brillantes en alcohol. . . Retorné, y mis labios estaban mustios, y mis ojos no veían, y mis manos enconadas contra ellas mismas, sólo. querían destrozarse. Y en el alma, como una marca de fuego, traía la más horrible decepción. No estaba ahí; no llevaba esa bacante loca el remedio para mi mal de amor.
Inquietudini sentimentali – VII (Traduzione di Cristina Sparagana)2
Due seni pallidi e inquietanti insieme; occhi rapiti
di lubricità, e una carezza impudica e carnale,
di traverso al mio passo e al mio cammino. E una voce
dal suono indefinibile, come il duro singhiozzo
di un bambino, che mi sussurra: Vieni! Io sono l’eros.
Ed io andavo seguendo questa menade folle, come
un lembo d’acciaio segue la calamita. Avanzavo
sospinta dal mistero… S’eran fatte di ghiaccio le
mie labbra, chiusa la gola da sbarre di ferro. Il mio
sguardo era lucido d’umore, gli occhi raggianti come
pietre alcoliche…
E ritornai, le labbra insonnolite, gli occhi accecati e
trepide le mani contro se stesse in orrido conflitto,
assetate di scempio e, nel mio cuore, una sorta
di marchio rosso fuoco, denso della più amara delusione.
Ma io non ero lì: non mi porgeva, la baccante folle,
alcun rimedio per il mio mal d’amore.
Autodefinición (original version)
Soy Teresa Wilms Montt
y aunque nací cien años antes que tú,
mi vida no fue tan distinta a la tuya.
Yo también tuve el privilegio de ser mujer.
Es difícil ser mujer en este mundo.
Tú lo sabes mejor que nadie.
Viví intensamente cada respiro y cada instante de mi vida.
Destilé mujer.
Trataron de reprimirme, pero no pudieron conmigo.
Cuando me dieron la espalda, yo di la cara.
Cuando me dejaron sola, di compañía.
Cuando quisieron matarme, di vida.
Cuando quisieron encerrarme, busqué libertad.
Cuando me amaban sin amor, yo di más amor.
Cuando trataron de callarme, grité.
Cuando me golpearon, contesté.
Fui crucificada, muerta y sepultada,
por mi familia y la sociedad.
Nací cien años antes que tú
sin embargo te veo igual a mí.
Soy Teresa Wilms Montt,
y no soy apta para señoritas.
Autodefinizione
Sono Teresa Wilms Montt
e anche se sono nata cento anni prima di te,
la mia vita non è stata tanto diversa dalla tua.
Anche io ho avuto il privilegio d’essere donna.
E’ difficile essere donne in questo mondo.
Tu lo sai meglio di tutti.
Ho vissuto intensamente ogni respiro e ogni istante della mia vita.
Ho distillato una donna.
Hanno cercato di reprimermi ma non ci sono riusciti con me.
Quando mi hanno voltato le spalle, io ci ho messo la faccia.
Quando mi hanno lasciato sola, ho dato compagnia
Quando hanno voluto uccidermi, ho dato vita.
Quando hanno voluto rinchiudermi, ho cercato la libertà.
Quando mi amavano senza amore, ho dato ancora più amore.
Quando hanno cercato di zittirmi, ho urlato.
Quando mi hanno picchiato, ho risposto.
Sono stata crocefissa, morta e sepolta,
dalla mia famiglia e la società.
Sono nata cento anni prima di te
comunque ti vedo uguale a me.
Sono Teresa Wilms Montt,
e non sono adatta alle signorine.
Riferimenti Bibliografici
(1) Teresa Wilms Montt, Inquietudes sentimentales, Buenos Aires, Imprenta Mercatali, 1917. (2) Poesia n. 228 Luglio/Agosto 2008, Teresa Wilms Montt, Un canto di libertà, a cura di Cristina Sparagana, Crocetti Editore, 2008 Teresa Wilms Montt, Los tres cantos, Buenos Aires, B. Moen, 1917. Teresa Wilms Montt, En la quietud del mármol, Madrid, Casa Ed. Blanco, 1918. Teresa Wilms Montt, Anuarí, Madrid, Casa Ed. Blanco, 1918.
Immagine di copertina Wikicommons, Public Domain (modificata)
Articolo scritto da Valentina Marzulli
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.