Nosside di Locri, poetessa ellenistica del III secolo a.C., emerge come una figura distintiva nel panorama letterario greco antico. La sua voce poetica, fortemente influenzata da Saffo e dedicata alle Muse e ad Afrodite, si contraddistingue per una coscienza poetica e femminile marcata, che la rende una delle prime donne occidentali con una voce riconoscibilmente femminile.
Nosside, Saffo e le donne
Nosside, autoproclamatasi “diletta di Saffo e delle Muse”, si immerge in un universo femminile ricco di riferimenti alla discendenza matrilineare. La sua poesia spesso celebra la bellezza e l’intimità dei rapporti tra donne, un aspetto che le valse l’appellativo di θηλύγλωσσος (“voce di donna”) da parte di Antipatro, in contrapposizione alla “virile” Anite. Questo titolo, tuttavia, la espone anche alle accuse di prostituzione e omosessualità, comuni per le donne che esprimevano liberamente la loro sessualità in quel contesto storico.
Gli epigrammi
La produzione poetica di Nosside, principalmente epigrammi, è caratterizzata da una profonda consapevolezza della propria identità di poetessa. Alcuni dei suoi epigrammi, come quello in cui si automenziona (A.P. VII 718) e quello in cui esplicita le sue affermazioni programmatiche (A.P. V 170), mostrano una consapevolezza e una rivendicazione del proprio ruolo poetico simile a quella di altri grandi poeti ellenistici come Anite, Posidippo e Callimaco.
Uno degli epigrammi più noti di Nosside, che Meleagro descrisse come “tavolette spalmate di cera da Eros”, esprime una visione sull’amore che riecheggia il programma poetico di Saffo:
Nulla è più dolce dell’amore, ogni altra felicità gli è seconda;
dalla bocca sputo anche il miele. Così dice Nosside; solo
chi non è amato da Cipride ignora quali rose siano i
suoi fiori.A.P. V 170
Questo epigramma non solo celebra l’amore come la suprema felicità, ma rifiuta anche la dolcezza del miele, simbolo della tradizione poetica precedente, a favore dei fiori di Afrodite, sottolineando così una rottura con le convenzioni maschili dominanti.
Un’eredità poetica e culturale
Nosside non solo esplora tematiche amorose, ma si dedica anche alla descrizione di doni e statue nei templi, evidenziando spesso un mondo femminile aristocratico. La sua poesia rivela un’intimità e una consapevolezza dei rapporti tra donne, distaccandosi dalle tematiche tradizionali e patriarcali. In un epigramma dedicato a una cortigiana, ad esempio, il profumo di una cuffia viene paragonato al nettare che Afrodite cosparge su Adone, una figura mitologica di particolare rilevanza nell’età ellenistica:
Con gioia, credo, Afrodite accolse l’offerta di questa cuffia,
che copriva la chioma di Samita: è un prodigio d’eleganza e
spira un soave odore di nettare, di quello con cui pure lei
cosparge il bell’Adone.
(A.P. VI 275)
Questo epigramma mostra come Nosside celebri la bellezza femminile senza giudizi moralistici, presentando le etère come figure splendide e rispettabili.
Un esempio di autodefinizione
Nosside utilizza l’epigramma funerario per dichiarare le sue convinzioni poetiche e definirsi in quanto artista:
Forestiero, se tu navighi verso Mitilene dalle belle danze, che
accese Saffo, il fiore delle Grazie, di’ che fui cara alle Muse e
che la terra di Locri mi generò; dopo appresso il mio nome:
Nosside, va.
(A.P VII 718)
Nosside si presenta come una poetessa cara alle Muse, parallela a Saffo, ma con una voce e un’identità ben distinte. La sua poesia non solo celebra l’eredità culturale delle donne, ma sfida anche le norme patriarcali, proponendo una visione del mondo femminile autonoma e orgogliosa.
Approfondimenti Esterni
- Il mio libro “Qualcuno si ricorderà di noi”
- Un mio video intervento sulle poetesse ellenistiche
Bibliografia
Questa voce è tratta dalla mia tesi di laurea "Voci femminili in età ellenistica".
Alcuni estratti sono pubblicati anche nella voce di Nosside pubblicata per l'Enciclopedia delle Donne., dove trovate anche qualche cenno bibliografico.
Un noto critico d’arte prof. Franco Leone mi ha classificata come la nuova Nosside per come tratto l’argomento Amore nelle mie poesie paragonandole a sospiri d’amore rivolte all’Amore perso capaci di coinvolgere in un connubio dei sensi e per condurci in una Calabria antica che ancora respira le emozioni dell’Eubea e della mitica terra di Arcadia, dove è meraviglioso rifugiarsi per ritrovare i colori del proprio tempo felice…
Ciao Giuseppina, grazie per il commento: se hai pubblicato delle poesie fai l’intervista online sul nostro sito e partecipa al censimento delle poetesse 😀
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A presto!
Alessia