Foto di Lina Furfaro per poetessedonne.it

Lina Furfaro

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”

Tratto da “Soldati” di G. Ungaretti

Biografia

Lina Furfaro ha due figli. Laureata in Scienze dell’Educazione dal 1990, insegna. Scrive in prosa e in versi. Fin da ragazza si dedica alla ricerca storica negli archivi. Le sue opere hanno suscitato interesse nelle scuole e università. La poesia “Mia Madre” ha vinto un terzo premio nazionale nel 1986 a Roma. E’ stata relatrice non soltanto dei suoi libri, ma anche di altri scrittori romani e calabresi. In un corso di formazione alla Lumsa di Roma ha relazionato riguardo il libro da lei curato “Diario 1916 – 1918 Ferruzzano” Casa dei Bambini Montessori, citato in un libro di Pedagogia. L’opera teatrale “Tommaso Campanella -L’Ostinato” ha avuto il consenso del grande pubblico al Festival Teatro Classico “Tra Mito e Storia” Parco Archeologico Locri Epizefiri.

Da cosa nasce il tuo amore per la poesia?

Da una continua ricerca interiore, quindi la scoperta del benessere nel prendere consapevolezza di un sentimento che fermenta nell’intimo e cerca nuovi spazi, ossigeno… per attenuarsi.

A cosa si ispira la tua poesia?

Alla pace dei sensi in un mondo troppo carico di pressioni esterne.

Hai pubblicato delle sillogi poetiche? Se sì, quali? Dove è possibile acquistarle?

“Gocce” Luigi Pellegrini Editore CS 2006. Sono rimaste pochissime copie in Casa editrice e presso l’autrice.

Chi sono i tuoi modelli poetici? Tra questi ci sono delle poetesse? Se sì, quali?

Leopardi, Ungaretti, Neruda, Nosside.

Una poesia di Lina

Come alterna la risacca
alla deriva estesa e agognata
va la vita tutta
a toccare il mondo appagante,
qui si lieta fino al dolce finire

e torna poi sempre al suo canto solingo
a scrutare per eterni dubbi
i moti dell’anima.

Vive appieno l’altro
vive appieno sé nel nulla
e passa dalla sabbia ardente
ai travagli oceanici;

va e torna
in un eterno fluttuare.

Commento della Poetessa

In questi versi la vita viene paragonata alla risacca, al ripetersi del moto ondoso, al suo modo avviluppante di trascinare l’acqua verso la deriva estesa (sentimenti, inquietudini, turbamenti,) e agognata (passioni, amori impediti, non consumati), a volte questa onda riesce a raggiungere per un istante la felicità e assaporandola si scopre la pace dei sensi, il mondo dell’appagamento. Ma il benessere dura un attimo e l’onda che aveva travolto il corpo e la mente ritorna in sé, nel proprio essere di ogni giorno, nella sfida della vita reale, nel tempo e spazio, con dubbi e responsabilità che impegnano gli affetti, la coscienza che districarsi nelle difficoltà personali.

Perché le persone dovrebbero leggere le tue poesie?

Per riflettere sulla vita intima, per guardare oltre e ampliare la propria esperienza emozionale, scoprire nuove sfumature umane, descritte con parole.

Cosa dicono di te gli altri?

 Tratto da literary.it

“…La scrittrice, attenta e acuta osservatrice, non si lascia sfuggire la possibilità di sottolineare il sentimento fatalistico nelle azioni dell’uomo, non solo come forma di sottomissione al Divino, da qui una religiosità profondamente sentita, ma pure come retaggio di una pregressa cultura magno-greca che ha lasciato una indelebile impronta. Altro aspetto non secondario nel romanzo è la rappresentazione della natura che ora si manifesta nell’esplosione di colori e di profumi degna delle descrizioni del poeta greco Teocrito ora si dimostra matrigna nel rendere più difficile la vita della gente. I contadini hanno un rapporto panico con essa e l’avvertono immanente alla loro vita come parte del quotidiano”.

Tratto da Controluce.it

“… La vivacità del testo, difficile per le situazioni e per i fatti che vengono esposti, scaturisce anche dall’utilizzo del dialetto messo di tanto in tanto in bocca al grande filosofo, come per affermare a chi non lo sapesse la sua calabresità. Vengono, inoltre, sparsi a pieni mani all’interno e alla fine delle varie scene i versi che lo stesso monaco stilese componeva, quando il corpo e lo spirito, liberi da torture fisiche e mentali, glielo consentivano: sono momenti di alta tensione emotiva, quando i potenti endecasillabi illuminano il buio della notte e ne rompono il silenzio. Questa atmosfera, quasi divina, può realizzarla solo chi, come Lina Furfaro, coltiva con assiduo amore il giardino delle Muse, perché comprende e conosce il valore della poesia”

Lina consiglia un libro di poesie

Todo el amor, Pablo Neruda
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