poesie sul lavoro

Poesie sul lavoro (non solo per il primo maggio)

Il primo maggio è la giornata dedicata alla celebrazione del lavoro e dei lavoratori: oltre ad un giorno di riposo è anche un’occasione per riflettere sulle sfide, le gioie e le fatiche legate al mondo del lavoro. In tal senso le poesie possono offrire un modo nuovo per esplorare i molteplici aspetti di un’esperienza che viviamo quotidianamente.

Segue in questo articolo una lista di poesie che passano al crivello l’essenza del lavoro attraverso gli occhi di autrici illustri e internazionali. Da Patrizia Cavalli a Wislawa Szymborska, da Sylvia Plath a Maya Angelou e Louise Gluck, questi versi conducono lettori e lettrici in un viaggio emotivo per esplorare i diversi volti del lavoro, anche con un tocco di ironia e cinismo.

Patrizia Cavalli, da L’io singolare proprio mio

– non lavorate! io vi mantengo tutti,
amici cari – mentre di fatto
sono alle candele;
e fosse la sabbatica
illusione di non dover pagare
neanche il piú minuscolo tributo
allo stato sociale che in opzione,
anche se m’imbarbòno per le strade,
vorrà tenermi sempre col cognome;

Wislawa Szymborska, Il curriculum

Che cos’è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Sylvia Plath, tratto da Strumpet song

Con la brina bianca sparita
E tutti i sogni verdi non valgono molto,
Dopo una magra giornata di lavoro
Arriva l’ora di quella sporca sgualdrina:
Il solo rumore di lei ci porta in strada
Finché ogni uomo,
rosso, pallido o scuro,
si avvicina alla sua branda.

Tradotto con DEEPL

Maya Angelou, tratto da One more round

Non c’è retribuzione sotto il sole
dolce come il riposo quando un lavoro è ben fatto.
Sono nato per lavorare fino alla tomba
Ma non sono nato
per essere uno schiavo.

Tradotto con DEEPL

Louise Gluck, tratto da Averno

Si muore quando muore il proprio spirito.
Altrimenti, si vive.
Magari non si fa un buon lavoro, ma si va avanti…
una cosa su cui non si ha scelta.

Tradotto con DEEPL
Alessia Pizzi

Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista, fondatrice di CulturaMente e di Poetesse Donne. Nel 2020 ho pubblicato il libro "Qualcuno si ricorderà di noi", dedicato alle poetesse dell'antichità, nel 2023 ho pubblicato "Poesie sul Tavolo".

Leggi tutti gli articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *