Le poesie per le mamme abbracciano una vasta gamma di emozioni e temi ponendo l’attenzione sulla complessità della relazione madre-figlio. Alcune delle poesie che seguono sono sicuramente utilizzabili per festeggiare la Festa della Mamma, che cade il 12 maggio , altre sono più adatte per un’analisi sulla figura materna.
Dai versi di autrici come Wislawa Szymborska , Louise Gluck e Amelia Rosselli emergono la gratitudine e l’ammirazione per il ruolo della madre. Queste poesie esplorano il tema della nascita, della crescita e del legame che si sviluppa tra madre e figlio fin dai primi istanti di vita.
Altre poetesse, come Gabriela Mistral , Ada Negri e Patrizia Cavalli riflettono sull’amore incondizionato e la protezione offerti dalle madri, nonché sulle sfide e le difficoltà che affrontano nel loro ruolo. Le loro poesie esplorano la delicatezza e la forza della maternità, rivelando il costante sacrificio e la dedizione che caratterizzano la figura materna.
Infine, opere come quelle di Sylvia Plath e Anne Sexton affrontano temi più complessi e oscure della maternità, esplorando il dolore, la perdita e la complessità delle relazioni familiari e riecheggiando anche il mito, come quello della celebre Medea .
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Nato – Wislawa Szymborska
Dunque è sua madre. Questa piccola donna. Artefice dagli occhi grigi. La barca su cui, anni fa, lui approdò alla riva. È da lei che si è tirato fuori nel mondo, nella non-eternità. Genitrice dell’uomo con cui salto attraverso il fuoco. È dunque lei, l’unica che non lo scelse pronto, compiuto. Da sola lo tirò dentro la pelle a me nota, lo attaccò alle ossa a me nascoste. Da sola gli cercò gli occhi grigi con cui mi ha guardato. Dunque è lei, la sua Alfa. Perché mai me l’ha mostrata? Nato. Così è nato, anche lui. Nato come tutti. Come me, che morirò. Figlio d’una donna reale. Uno giunto dalle profondità del corpo. In viaggio verso l’Omega. Esposto alla propria assenza da ogni dove, in ogni istante. E la sua testa è una testa contro un muro cedevole per ora. E le sue mosse sono tentativi di eludere il verdetto universale. Ho capito che è già a metà cammino. Ma questo a me non l’ha detto, no. «Questa è mia madre» mi ha detto soltanto.
Madre da gli occhi sconvolti – Amelia Rosselli
Madre da gli occhi sconvolti il blu papale delle tue gote (tende di Dio) limano.
Madre mìa – I – Gabriela Mistral
Mia madre era piccola come la menta o l’erba; gettava a malapena un’ombra sulle cose, a malapena, e la terra la amava perché la sentiva leggera e perché le sorrideva nella gioia e nel dolore. I bambini l’amavano, e i vecchi e l’erba; e la luce che ama la grazia e la cerca e la corteggia. A causa di lei sarà questo amare ciò che non sorge, ciò che cammina senza mormorare e parla in silenzio: l’erba a mezzadria e lo spirito dell’acqua. A chi lo dico dalla terra straniera? Ai mattutini lo dico perché possano assomigliare ad essa: e nel mio percorso senza fine lo dico alla terra. E quando viene e viene una voce che canta lontano la seguo follemente e cammino senza trovarla. Perché l’hanno portata così lontano lontano da non poter essere raggiunta? E se è sempre venuta da me perché non risponde e non scende? Chi porta la sua forma ora per andare incontro a lei? Cammina così lontano che la sua voce acuta non può arrivare. I miei giorni li affretto come chi sente un richiamo.
Traduzione con DEEP-L
For my mother – Louise Gluck
Era meglio quando eravamo insieme in un unico corpo. Trent’anni. Schermati attraverso il vetro verde del tuo occhio, la luce della luna filtrava nelle mie ossa mentre giacevamo nel grande letto, al buio, aspettando mio padre. Trent’anni. Ha chiuso le tue palpebre con due baci. E poi la primavera è arrivata e ha ritirato da me l’assoluta conoscenza del non nato, lasciando la scalinata di mattoni dove tu stai in piedi, oscurando gli occhi, ma è notte, la luna staziona nel faggio, rotonda e bianca tra i piccoli indicatori di latta delle stelle: Trent’anni. Una palude cresce intorno alla casa. Scuole di spore circolano dietro le tende, alla deriva attraverso garze svolazzanti di vegetazione.
Traduzione con DEEP-L
Era questa la madre che volevo – Patrizia Cavalli
Era questa la madre che volevo, scura e malinconica lontana dal mondo ansiosa. Parla poco e si mangia le parole. Cade qualche volta e si rialza in fretta. Era questa la madre che volevo, scura dolorosa zoppa e ho lottato contro le sorelle ho distrutto i fratelli perché era questa la madre che volevo, volenterosa ampia chiusa prigioniera. Non volevo altra madre che questa, capelli mal cresciuti che non trovano forma né pace, la copia trasandata di se stessa, sfatta di dolcezza, l’unico lusso era la sua fuga davanti allo specchio mentre si vestiva. Davanti allo specchio mentre si vestiva lo sguardo le si divaricava perduto in una immagine futura, la prima ladra in lei riconoscevo che mi rubava l’immagine sicura e la portava fuori e regalava quello che solo mio essere doveva.
Pur vi rivedo ancor… (estratto) – Ada Negri
Madre, qui, nel silenzio, a te vicina, chinar la testa fra le tue carezze, sui tuoi ginocchi ritornar bambina, dirti del cor l’indomite tristezze… Madre, qui, nel silenzio – a te vicina!… Oh, non lasciarmi, non lasciarmi mai, solo conforto ai miei tristi vent’anni!… Tutti, presso di te, mamma, tu il sai, l’anima scorda i paventati affanni… Oh, non lasciarmi, non lasciarmi mai!…
Aftermath – Sylvia Plath
Costretti dal magnete della calamità Si aggirano e guardano come se la casa bruciata fosse la loro, o come se pensassero che che qualche scandalo possa da un momento all’altro trasudare da un armadio fumoso alla luce; Non ci sono morti, né ferite prodigiose non alimentano questi cacciatori di una vecchia carne, Sangue delle austere tragedie. Madre Medea in camice verde Si muove umilmente come una casalinga attraverso i suoi appartamenti in rovina, facendo il punto delle scarpe carbonizzate, della tappezzeria soda: Ha rinunciato alla pira e alla rastrelliera, La folla succhia la sua ultima lacrima e si allontana.
Traduzione con DEEP-L
Mothers – Anne Sexton
Oh madre, qui nel tuo grembo, buono come una scodella di nuvole, io, il tuo bambino avido mi viene dato il tuo seno, il mare avvolto nella pelle, e le tue braccia, radici coperte di muschio e con nuovi germogli che spuntano per solleticare le mie risate. Sì, sono sposata con il mio orsacchiotto ma ha l’odore di te oltre a quello di me. La tua collana che ho al dito è tutta occhi d’angelo. I tuoi anelli che brillano sono come la luna sullo stagno. Le tue gambe che mi fanno rimbalzare su e giù, le tue care gambe ricoperte di nylon, sono i cavalli che cavalcherò nell’eternità. Oh madre, dopo questo giro d’infanzia non uscirò mai nel mondo dei grandi come un alieno, un’invenzione, o vacillare quando qualcun altro è vuoto come una scarpa.
Traduzione con DEEP-L
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