Che siano di stagione oppure “docce d’estate” le piogge sono le compagne per eccellenza della malinconia umana. In questo articolo però, niente “Pioggia nel pineto” dannunziana, non c’è una Ermione illusa, bensì alcune delle poetesse più importanti della letteratura internazionale che raccontano il loro punto di vista sul fenomeno meteorologico.
Si passa da descrizioni minuziose della natura colpita dalle piogge (Bishop) oppure evocative (Dickinson) fino all’utilizzo della pioggia come mezzo per esprimere le proprie emozioni: Merini “ascolta” la pioggia, Patrizia Cavalli ricorda e ci riconduce nella sua visione intimistica della poesia, e Anne Sexton come sempre taglia la realtà col coltello affilato, descrivendo le formiche colpite dalla pioggia e immedesimandosi in questo animale fragile, senza potere di fronte alla natura.
Emily Dickinson
“Doccia d’estate”
Una goccia cadde sul melo –
Un’altra – sul tetto –
Una mezza dozzina baciò la grondaia –
E fece ridere i timpani.
Alcuni uscirono per aiutare il ruscello,
che andò ad aiutare il mare –
Io stesso ho ipotizzato che fossero perle…
Che collane potrebbero essere…
Elizabeth Bishop
Canzone per la stagione delle piogge
Nascosto, oh nascosto
nella nebbia alta
la casa in cui viviamo,
sotto la roccia magnetica,
con la pioggia e l’arcobaleno,
dove il nero sangue
bromelie, licheni,
gufi e la lanugine
delle cascate,
familiare, non richiesta.
In un’epoca fioca
dell’acqua
il ruscello canta forte
da una gabbia toracica
di felce gigante; il vapore
si arrampica sulla fitta vegetazione
senza sforzo, si volta indietro,
trattenendoli entrambi,
casa e roccia,
in una nuvola privata.
Di notte, sul tetto,
gocce cieche strisciano
e il comune gufo marrone
gufo ci dà la prova
che sa contare:
cinque volte – sempre cinque –
timbra e prende il volo
dietro alle grasse rane che
strillano per amore,
si arrampicano e montano.
Casa, casa aperta
alla rugiada bianca
e all’alba bianca come il latte
gentile con gli occhi,
all’appartenenza
dei pesci d’argento, dei topi,
topi da biblioteca,
grandi falene; con un muro
per la mappa della muffa
mappa ignorante;
oscurato e appannato
dal tocco caldo
del respiro caldo,
maculata, custodita;
gioire! Perché un’epoca successiva
epoca sarà diversa.
(O differenza che uccide
o intimidisce, molto
di tutta la nostra piccola ombra
vita!) Senza acqua
la grande roccia rimarrà a guardare
smagnetizzata, nuda,
senza più
arcobaleni o pioggia,
l’aria indulgente
e la nebbia alta sparita;
i gufi andranno avanti
e le numerose
cascate si avvizziscono
al sole costante.
Patrizia Cavalli
Pioggia
La pioggia mi riporta
i pezzi dispersi
degli amici, spinge in basso i voli
troppo alti, dà lentezza alle fughe e chiude
al di qua delle finestre finalmente
il tempo.
Alda Merini
Ascoltavo la pioggia
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L’infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l’oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.
Anne Sexton
La furia delle tempeste di pioggia
La pioggia scende come formiche rosse,
ognuna rimbalza sulla mia finestra.
Le formiche soffrono molto
e gridano quando vengono colpite
come se le loro zampette fossero solo
cucite e le loro teste incollate.
E mi fanno venire in mente la tomba,
così umile, così disposta a essere colpita
con le sue orribili scritte e
il corpo che giace sotto
senza ombrello.
La depressione è noiosa, penso
e farei meglio a preparare
una zuppa e illuminare la caverna.
I testi in inglese sono tradotti con DEEP-L.
L’immagine di copertina è creata con Bing Image Creator.