Nel vasto e affollato mondo del web, dove il contenuto scorre incessantemente attraverso i nostri schermi, è facile per le gemme più preziose rimanere nascoste nell’oscurità. Questo è particolarmente vero quando si tratta di poesia. Sebbene ci siano innumerevoli poeti, poete e amanti della poesia che condividono i loro versi online, molte poesie straordinarie rimangono in gran parte sconosciute, sommerse sotto un mare di post sui social media e articoli virali. Che fine faranno le poesie di autori e autrici di epoche passate, che hanno affidato alla tradizione orale o scritta (su pergamena, o carta) la propria ispirazione? Sta a noi – posteri – ricordarli.
In questo articolo, esploreremo alcune di queste poesie belle, ma quasi sconosciute, che meritano sicuramente di essere scoperte e condivise.
Aprendo i titoli di ogni poesia è possibile leggere l’intero componimento: alla fine di ogni testo c’è il link alla scheda della poetessa, come approfondimento.
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Si tratta di una pagina in continuo aggiornamento: salvala tra i tuoi preferiti!
E tu, stella acuta notturna
splendi ancora
se per il solco delle strade
grida la triste anima dei cani.
Sorgeranno colline d’erba magra
a coprirti:
ma nel mio buio conquistato
brillerai, fuoco bianco,
parlando ai vivi della mia morte.
Studia Antonia Pozzi
Lei è tutta lì.
Lei è stata coniata proprio per te
modellata dalla tua infanzia,
modellata dalle tue cento biglie preferite.
Lei è sempre stata lì, mio caro.
Lei è, in effetti, squisita.
Fuochi d’artificio nella cupa metà di febbraio
e reale come una pentola di ghisa.
Amnmettiamolo. Io non sono stata che un momento.
Un lusso. Uno sloop rosso acceso nel porto.
I miei capelli si sollevavano come fumo dal finestrino dell’auto.
Vongole fuori stagione.
Lei è più di questo. Lei è il tuo possesso da possedere,
ha fatto crescere la tua pratica, la tua tropicale crescita.
Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.
Si preoccupa di remi e scalmi per il canotto,
ha sistemato fiori selvatici sulla finestra a colazione,
si è seduta al tornio a mezzogiorno,
ha messo al mondo tre figli sotto la luna,
tre cherubini degni di Michelangelo.
lo ha fatto con le gambe divaricate
nei mesi terribili nella cappella.
Se guardi in su, i bambini sono là
come delicati palloncini appoggiati al soffitto.
Ha anche portato ciascuno di loro in fondo al corridoio
dopocena, con le teste privatamente chinate,
due gambe scalcianti, persona a persona
il suo volto arrossato per una canzone e per il loro poco sonno.
Ti ridò indietro il tuo cuore.
Ti do il permesso –
per il fuso dentro di lei, che pulsa
rabbioso nella polvere, per la carogna in lei
e per seppellire la sua ferita –
per seppellire viva la sua piccola rossa ferita –
per la fiamma pallida e tremolante sotto le sue costole,
per il marinaio ubriaco che attende nel suo polso sinistro,
per il ginocchio della madre, per le calze,
per il reggicalze, per il richiamo –
il curioso richiamo
quando scaverai dentro braccia e petto,
e tirerai il nastro arancione nei suoi capelli
e risponderai al richiamo, il curioso richiamo.
Lei è così nuda e unica,
Lei è la somma di te stesso e del tuo sogno.
Scalala come un monumento, gradino dopo gradino.
Lei è solida.
Invece io, io sono un acquarello.
Vengo lavata via.
Studia Anne Sexton
Giungesti, e hai fatto bene – io ti desideravo – e hai refrigerato il mio cuore che ardeva di passione.
Studia Saffo
Un giorno forse queste mie parole
torneranno dal mare che le vide
fresche Veneri nascere nell’ora
di quei lampioni, pallide meduse,
che tremano con gli occhi di viola
lungo il sentiero di Cariddi. Al piede
delle mimose gracili già leva
la testa corazzata la famiglia
dell’ortica invincibile. Raccogli
come conchiglie fragili alla riva,
come felici quadrifogli i suoni
che ti vado dicendo, note scisse
da una musica lunga che nel mondo
non trova pentagramma che la regga
nei suoi voli leggeri.
Studia Maria Luisa Spaziani
Non cercare mai di ingannarmi con un bacio
Fingendo che gli uccelli siano qui per restare;
Il moribondo si schernirà di fronte a questo.
Una pietra può mascherarsi dove non c’è cuore
E le vergini sorgono dove giace Venere lussuriosa:
Non cercare mai di ingannarmi con un bacio.
Il nostro nobile medico sostiene che il dolore è suo,
mentre i pazienti colpiti lo lasciano parlare;
Il moribondo si schernisce di fronte a questo.
Ogni scapolo virile teme la paralisi,
La vecchia cameriera del timpano piange tutto il giorno:
Non cercare mai di ingannarmi con un bacio.
I soavi serpenti eterni promettono la beatitudine
ai bambini mortali che desiderano essere gay;
L’uomo morente si schernirà per questo.
Prima o poi qualcosa va storto;
Gli uccelli canterini fanno i bagagli e volano via;
Quindi non cercate mai di ingannarmi con un bacio:
Il moribondo se ne disprezzerà.
Studia Sylvia Plath
Traduzione DEEPL
Quando vi canto,
sulla terra il male finisce:
tutto è dolce per i tuoi templi:
il burrone, il biancospino.
Quando canto per te
la crudeltà finisce per me:
sono dolci, come le tue palpebre,
la leonessa e lo sciacallo!
Studia Gabriela Mistral
Traduzione con DEEPL
Sulle mie mani il tuo nome
come un rosario.
La preghiera che la mia bocca
dirà con fervore.
Signore, perdona la mia colpa.
Il mio cuore te lo offre
attraverso questa grata di ferro
come dono pasquale.
La mia colpa che ha un sapore dolce
e profuma di ginestra.
Guarda quanto è piccola
che non si può vedere nei miei occhi
né nei miei capelli, né sulla mia fronte.
Ma questo mio rosario
delle lettere del tuo nome
come amo pregarlo!
Studia Josefina de la Torre
La luna stilla un suo pianto d’oro nel mar di viola:
tacite lagrime d’alba, tristezza di partir sola.
Ad una ad una le stelle sono scomparse lontano:
tristezza d’aver camminato tutta la notte invano.
Si piega, sempre più stanca: affonda, sempre più smorta:
tristezza, innanzi alla vita, sparire senza esser morta.
Pur le conviene obbedire al Sommo che la governa:
nel vuoto che non perdona, tristezza d’essere eterna.
Studia Ada Negri
Forestiero riposa, sotto questa roccia le membra sfinite: dolce
la brezza mormora tra il verde fogliame. Bevi il fresco getto della
fonte: questo è gradito riposo ai viandanti nell’ardente calura.
Studia Anite
Sono gelosa, è colpa tua;
sono gelosa persino dell’occhio
che ti guarda di soppiatto;
sono gelosa di te,
del tuo tempo
e del tuo spazio.
Se ti nascondessi nei miei occhi
fino al giorno del Giudizio Universale
non sarebbe ancora abbastanza
la mia gelosia infatti
non avrà mai termine.
Studia Wallada
Li tiro fuori al risveglio dal fondo dei sogni.
La mia mano ha graffiato, libera nell’oscurità.
A stento decifro i segni come iscrizioni runiche.
Mi sono inviata da sola messaggi da un altro luogo.
E il mattino si rischiara con la loro mancanza di chiarezza.
Studia Blaga
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