L’inverno è una stagione di contrasti e riflessione, un momento in cui la natura si addormenta sotto uno strato di neve, e le giornate si accorciano. Le poesie invernali scritte dalle donne sono un’importante parte del canone poetico perché catturano in modo unico l’essenza di questa stagione e permettono di esplorare emozioni profonde e pensieri intensi. In questo articolo, dopo aver indagato le poesie estive e quelle autunnali, esploreremo alcune delle più toccanti e ispirate poesie invernali create da autrici di diversi periodi storici, evidenziando come queste opere riflettano il loro rapporto con la natura, la solitudine, la bellezza e l’intimità.
Sylvia Plath
Sylvia Plath, in poesie come “Winter Trees”, trasmette la sensazione e tristezza che spesso caratterizza l’inverno. Il suo uso di immagini oscure evoca un senso di freddo interiore.
Winter trees
Gli inchiostri bagnati dell’alba si dissolvono nel blu.
Traduzione con DEEPL
Sulla loro macchia di nebbia gli alberi
Sembrano un disegno botanico
Ricordi che crescono, anello su anello,
Una serie di matrimoni.
Non conoscendo né aborti né puttane,
Più veri delle donne,
seminano così senza sforzo!
Assaggiando i venti, che sono senza piedi,
con la vita immersa nella storia.
Pieni di ali, ultraterreni.
In questo sono Ledas.
O madre di foglie e di dolcezza
Chi sono queste pietà?
Ombre di colombe che cantano, ma che non contengono nulla.
26 novembre 1962
Ada Negri
Ada Negri, una delle più importanti poetesse italiane, cattura la magia delle campagne italiane durante la stagione fredda.
Sonetto d’inverno
Cade la neve a falde larghe e piane
da ore e ore, senza mutamento.
Non una voce, non un fil di vento,
non echi a le casupole montane.
Nei boschi e su le immote alpi lontane
ogni soffio di vita sembra spento:
sotto il bianco lenzuolo è un sognar lento
di piante, d’erbe e di tristezze umane.
Qui, nel camino, ardon le fiamme a spire:
tu mi sorridi: io penso, amico mio,
che dolcezza ha in quest’ora il nostro nido.
Cerco il tuo labbro che non sa mentire,
mi stringo al cor che non conosce oblio,
m’abbandono tremante al petto fido.
Josefina de La Torre
Josefina de La Torre, poetessa spagnola, trasforma l’inverno in un momento di nostalgia e desiderio.
Alte finestre aperte…
Alte finestre aperte
Traduzione con DEEPL
hanno lasciato ombre di luce
sulla sabbia.
La strada era immobile,
morta del bianco preciso
con dodici ferite invernali.
Tra i rami dei pini
il pensiero girava
le brezze degli ulivi.
Una volta vicino. Lo spazio
vuoto, libero, perso
lungo le braccia.
E quanto è lontano l’attimo,
quattro pareti economiche
immagini a specchio.
Né tu né io. Le finestre
alte, aperte, nude,
suicida nel primo mattino.
Wislawa Szymborska
La poetessa polacca Wislawa Szymborska è celebre per il suo uso di metafore e immagini: l’inverno diventa una metafora per la vita e la morte.
Ricordo di Gennaio
Spranghiamo il mondo con assi di legno,
Tratto da Canzone Nera, Adelphi, trad. Linda del Sarto
questo il rimedio all’inverno e al vento.
Nella finestra sventrata dal botto
c’è un raggio di vetro attaccato a stento.
Non serve soffiare su un fuoco restio,
dentro al camino ci sono detriti.
Per un attimo: fiammiferi e legno.
Per sempre: il cielo in lampi infiniti.
Sarà una notte da non chiudere occhio.
Si aspetta immobili di udire ancora.
Dal peso – in strada – delle camionette
il vetro trema per la libertà. Che è ora.
Alle nostre labbra mancano parole.
Agli occhi ecco un’altra città, una visione:
– sciami di bandiere sopra la folla,
ferraglia spasmodica, distruzione.
Neve solcata da zoccoli e ruote:
è la risposta al lamento passato.
Si disgela il cuore (la patria la patria).
Si disserra il pugno pietrificato.
Il sangue sul muro – scaldato – ripalpita.
Gli deve cura – chi gli è riverente.
Il mondo e le fronti rialziamo in silenzio:
– con quale vita affrontare il presente.
Maya Angelou
Maya Angelou, con la sua voce potente, racconta l’inverno anche nelle piccole cose (es. una zuppa) in cui si riflette l’essere umano.
This winter day
La cucina è la sua prontezza
Traduzione con DEEPL
le cose bianche, verdi e arancioni
perdono il loro sangue nella zuppa.
Un sacrificio rituale che scatena
un odore al mio naso e fa sì che
la mia lingua a marciare
scivolando nel liquido del suo gocciolare.
Il giorno, striato d’argento
di pioggia, si scontra con
la mia finestra e la mia zuppa.
Patrizia Cavalli
Patrizia Cavalli, poetessa italiana contemporanea, ha spesso esplorato l’idea dell’inverno come un tempo di introspezione e auto-riflessione.
Non affidarti alla mia immaginazione
Non affidarti alla mia immaginazione
non ti fidare, io non ti conservo,
non ti metto da parte per l’inverno,
io ti apro e ti mangio in un boccone.
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